ANISAKIASI o ANISAKIDOSI (Anisakis)
La Anisakiasi o Anisakidosi è una parassitosi intestinale causata dalla infestazione da Anisakis, un parassita nematode.
Ha acquistato di recente grande interesse, per la diffusione che questa infezione sta assumendo ai nostri giorni. Infatti, la malattia si genera dopo l’ingestione di pesce poco cotto.
Il genere Anisakis comprende alcuni parassiti che infestano l’apparato digerente di pesci, molluschi e mammiferi marini.
Questi nematodi possono anche determinare allergie specifiche. Dopo l’assunzione di cibo infettato da Anisakis, l’organismo di alcune persone produce immunoglobuline di tipo E (IgE), che possono creare una reazione allergica anche grave.
Esistono cinque specie di Anisakis, di cui quattro patogene per l’uomo:
- Anisakis, Anisakis simplex e Anisakis physeteris
- Pseudoterranova
- Contracaecum
- Phocascaris.
Essi sono i più frequenti parassiti trasmessi con il pesce.
L’Anisakis ha il forma cilindrica, a sezione circolare, ed è visibile ad occhio nudo, perchè è lungo da uno a tre centimetri.
È di colore bianco rosaceo ed è definito “proctodeato”, perchè dotato di bocca per l’assunzione di cibo e di ano per l’emissione di feci.

Ciclo biologico
Gli Anisakis hanno un ciclo biologico che comprende molti ospiti intermedi e, tra questi, l’uomo. Tutto avviene in mare, con diversi stadi di sviluppo. Gli ospiti principali sono i mammiferi marini, come delfini e balene, che emettono uova non fecondate, le quali maturano e dànno luogo alle larve.

Queste sono ingurgitate per lo più da crostacei e maturano. I crostacei sono mangiati da pesci e calamari e, quando questi ulteriori ospiti muoiono, le larve di Anisakis vanno nei loro tessuti principali, come fegato, intestino, gonadi e muscoli. Così le larve passano da pesce a pesce.
L’uomo s’infesta mangiando pesci crudi o poco cotti e il parassita arriva nel suo intestino. Qui il suo ciclo biologico si conclude, non potendo passare in mare ad altro pesce.
L’Anisakiasi nell’uomo è prevalentemente gastrointestinale, con dolori, vomito e diarrea. Per lo più si auto-limita, ma può dare anche patologie gravi, fino all’ostruzione o alla perforazione dei visceri ovvero instaurare una patologia allergica.


Prevenzione
Il trattamento termico di congelamento, con abbattitura, e la cottura, sono i metodi più efficaci per la prevenzione dell’Anisakiasi.
I pesci e i molluschi vanno surgelati repentinamente a -35°C° per una giornata. La cottura deve essere superiore ai 60° C° per alcuni minuti.
Anche la semplice ispezione può aiutare a verificare pesci portatori di Anisakis.

Sintomi
Poche ore dopo aver mangiato pesci contaminati dall’Anisakis, iniziano i sintomi con forti dolori addominali, nausea e vomito.
Le larve di Anisakis possono giungere nel piccolo intestino dopo alcuni giorni e, se la carica infestante è massiccia e l’organismo è predisposto, si può avere una reazione allergica granulomatosa, che può simulare un morbo di Crohn.
L’Anisakis può causare gravi allergopatie in soggetti predisposti ed il solo contatto con pesci infestati, o inalando allergeni, durante la lavorazione dei pesci, può causare patologie gravi.
Neanche il preventivo trattamento termico evita con sicurezza queste allergie. Infatti, le larve possono rilasciare nei tessuti del pesce malato antigeni resistenti ai trattamenti termici.
Il paziente allergico può sviluppare reazioni anche gravi, che vanno dall’orticaria all’angioedema con sintomi gastrointestinali.
Diagnosi
Per diagnosticare una possibile allergia all’Anisakis è opportuno eseguire esami allergologici, come il prick test e la ricerca di anticorpi specifici come i Rast. Tuttavia, la diagnosi di Anisakiasi è possibile anche in sede gastroscopica.

Terapia
Nella maggioranza dei casi, l’infestazione da Anisakis tende a risolversi spontaneamente e in breve tempo.
Tuttavia, in alcuni casi è opportuna una terapia con albendazolo.
Accade anche che il verme venga visto durante la gastroscopia, effettuata a causa dei sintomi, e venga catturato con la pinza da biopsia.
Il prof. Antonio Iannetti intervistato dalla giornalista Barbara Romano in merito alle problematiche da assunzione di pesce crudo, sia nei ristoranti che fra le mura domestiche. Programma televisivo de La7 “Di Martedì”, condotto da Giovanni Floris.