INFEZIONI INTESTINALI BATTERICHE

Le infezioni intestinali causate da batteri hanno prevalentemente un’azione mediata da enterotossine.

Lo Staphylococcus Aureus, che si trova a volte nei gelati artigianali e negli alimenti surgelati, ha una latenza tra infezione e sintomi di poche ore, determina una gastroenterite con vomito e diarrea e si risolve spontaneamente in 2-3 giorni.

Staphylococcus Aureus al microscopio elettronico
Staphylococcus Aureus al microscopio elettronico

Il Bacillus Cereus si trova nel riso riscaldato e nei cereali, il Clostridium Perfrigens si trova nelle carni, nei pollami, nei cibi secchi, nei vegetali e l’Escherichia Coli si trova negli alimenti crudi. Questi batteri hanno caratteristiche sovrapponibili.

Escherichia Coli al microscopio elettronico
Escherichia Coli al microscopio elettronico

L’Enterotossigeno Vibrio e il Parahaemoliticus Vibrio Cholerae si trovano nei frutti di mare crudi e determinano anche uno stato febbrile.

Il Clostridium Botulinum, che cresce in anaerobiosi e può trovarsi nei cibi in scatola, determina una patologia più grave, con disfagia, diplopia, difficoltà respiratorie ed elevata mortalità.

Lo schema fisiopatologico della diarrea, mediata da enterotossine, ha come
prototipo l’infezione da 
Vibrio Cholerae. Dopo l’ingestione del vibrione, l’incubazione è di 24-72 ore. Il batterio inizia la produzione di tre tipi di tossine: la tossina A, la tossina B e la così detta Tossina della Zona Occludente
(TZO), che agisce sulle tight junctions intercellulari, con richiamo di elettroliti ed acqua nel lume intestinale, e conseguente diarrea osmotica.

Il Vibrione del Colera si sviluppa per lo più in acqua e cibo contaminato con feci umane e si trasmette con frutti di mare non cotti. Fattori di rischio sono la scarsità d’igiene e di acqua potabile. Il colera può essere diagnosticato con l’esame batteriologico delle feci.
La prevenzione consiste nell’igiene personale e nell’uso di acqua potabile, meglio se imbottigliata. Esiste il vaccino per via orale, che protegge per circa sei mesi, anche dall’infezione da Escherichia coli. Il trattamento della malattia è la reidratazione orale o parenterale. Nei casi più gravi, è opportuna una terapia antibiotica, possibilmente previa coltura ed antibiogramma.

Nelle infezioni intestinali con invasione diretta della mucosa può esservi anche associata la produzione di enterotossina batterica. I più comuni ceppi batterici, che invadono la mucosa, sono: la Shigella, che ha un’incubazione di 2-3 giorni, una durata variabile di malattia, con sintomi di cefalea, dolori addominali, febbre, tenesmo rettale e diarrea acquosa.

Shigella al microscopio elettronico
Shigella al microscopio elettronico

La Salmonella che può trovarsi nelle uova, nel pollame e nel latte, ha numerosi sierotipi differenti, ha un’incubazione variabile da poche ore a 4 giorni, una durata di malattia variabile, con sintomi che vanno dalla semplice enterocolite acuta con febbre alla forma tifoide con batteriemia nel caso della Salmonella Typhi.

Salmonella
Salmonella

Il Campylobacter Jejuni, che si trova nelle carni crude e nel latte, ha un’incubazione di 2-10 giorni con sintomi simil-influenzali con sintomatologia diarroica, prolungata sino ad oltre sette giorni.

La Yersinia Enterocolitica, che può trovarsi anche nei vegetali non ben cotti, presenta una diarrea sanguinolenta con pus e può perdurare sino a dieci giorni. L’Escherichia Coli, che si trova negli alimenti crudi, dà diarrea, vomito e tenesmo e dura dai cinque ai dieci giorni.

Il meccanismo di questi batteri ad azione diretta consiste nell’adesione all’epitelio con disgregazione e danno dei microvilli, invasione della mucosa con liberazione di sostanze proteiche quali l’“adesina” e l’“invasina”, che inducono le cellule intestinali a fagocitare i microorganismi, i quali liberano nell’enterocita le citotossine che uccidono la cellula.

Questi micro-organismi agiscono anche con la traslocazione, cioè la penetrazione attraverso la lamina propria, con induzione di risposta infiammatoria acuta locale, successiva penetrazione nel sistema linfatico e poi in circolo dei batteri stessi, fino alla batteriemia.

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