COMPENDIO di MALATTIE dell’APPARATO DIGERENTE
CAP. 14
Sindrome dell’intestino irritabile (SII) e dolore addominale.
Sindrome dell’intestino irritabile.
È una patologia funzionale gastroenterologica determinata da uno o più sintomi, cronici o ricorrenti, non spiegati da anomalie strutturali o biochimiche. Può interessare vari distretti:
faringe, esofago, stomaco, e vie biliari e si parla di dispepsia;
piccolo e grosso intestino e pavimento pelvico e si parla di intestino irritabile.
Distretti colpiti e sintomi corrispondenti:
esofago: globo, disfagia funzionale, dolore e bruciore retrosternale;
stomaco e duodeno: dispepsia funzionale e aerofagia;
piccolo intestino e colon: stipsi e/o diarrea, dolore addominale e/o gonfiore addominale;
anoretto e pavimento pelvico: evacuazione difficoltosa, ostruita, incontinenza anale, dolore e peso perineale;
vie biliari: dolore addominale nei quadranti superiori, specie a destra;
più distretti interessati: sintomi suddetti variamente combinati.
Prevalenza della SII è variabile. Usando la definizione su-riportata, la prevalenza della sindrome in Occidente arriva al 20% e colpisce più il sesso femminile; sino al 50% delle richieste specialistiche gastroenterologiche sono per tale sindrome; nei Paesi in via di sviluppo la prevalenza è di 1-4%.
Diagnosi.
Presenza continua o ricorrente per almeno 3 mesi di:
- dolore o fastidio addominale attenuato da defecazione e/o associato a variazione di frequenza dell’alvo e/o variazione consistenza feci;
- + nel 25% delle volte: 1) alterata frequenza alvo (scariche > 3/die o < 3/settimana); 2) alterata forma delle feci (duro-granuloso o molli-acquose); 3) espulsione feci alterata (difficoltosa, incompleta, impellente); passaggio di muco; gonfiore-distensione addominale.
Fisiopatologia: motoria, sensoriale, psicologica, irritazioni luminali.
Iter diagnostico:
- Dati clinici, visita del paziente, esplorazione ano-rettale; emocromo, VES, PCR: 1 volta;
- ulteriori indagini, valutate caso per caso, per sospetto organico determinato da:
- insorgenza sintomi dopo 50 anni;
- recente modificazione dei sintomi;
- sintomi notturni che svegliano il paziente;
- calo ponderale o febbre o vomito;
- indici infiammatori alterati, anemizzazione, sangue nelle feci.
- scelta di ulteriori indagini dipende da sintomi presenti, ma bisogna effettuare sempre una diagnostica per immagini.
- tenere conto che:
- la riproduzione del/i sintomo/i durante la visita o le indagini strumentali rafforza la diagnosi;
- se non si dimostrano alterazioni della motilità/sensibilità che sono alla base della malattia, non si esclude la diagnosi della sindrome;
- possono concomitare patologie organiche intestinali che però devono non determinare i sintomi che stiamo indagando: esempio: diverticolosi colon + SII. NB: infatti la diverticolosi non determina sintomatologia, se non è conclamata o complicata.
Principali indirizzi terapeutici.
Tenere conto che:
- SII (Sindrome Intestino Irritabile) è condizione cronica benigna ad etiopatogenesi ignota, ma talora con sintomi severi o invalidanti;
- aspetti psicopatologici (stress, depressione, ansia) spesso assai rilevanti;
- effetto placebo anche 80%; effetto terapeutico dei farmaci non sempre dimostrato.
Quindi spesso la spiegazione della sindrome ed il buon rapporto medico-paziente, la correzione di errate abitudini di vita, la disponibilità del medico sono già terapia. La dieta può avere ruolo rilevante; povera o ricca in latte e fibre a seconda del sintomo prevalente: stipsi o diarrea.
Trattamento farmacologico transitorio e mirato al sintomo specifico basandosi sulla fisiopatologia + psicofarmaci se occorre (ansiolitici o antidepressivi), antispastici intestinali, antidiarroici, procinetici. Psicoterapia: ipnosi, training autogeno, biofeedback (comportamentali).
Necessario il follow-up per verifica della diagnosi e per variare terapia se occorre.
Sintomi: intermittenti o remittenti con esacerbazioni periodiche (dopo stress). Presenti da oltre tre mesi. Principali: dolori, alvo irregolare, distensione da gas.
Rientrano nella SII i seguenti sintomi:
dolore intestinale attenuato da defecazione;
associato a variazioni di frequenza dell’evacuazione;
associato a variazione di consistenza delle feci per almeno tre mesi;
alterata frequenza dell’alvo (scariche più di 3/die o meno di 3/settimana);
alterata forma delle feci (duro-granulose o molli-acquose);
alterato passaggio delle feci (difficoltoso, incompleto, tenesmo);
passaggio di muco;
distensione addominale.
Sono invece esclusi dalla sindrome SII:
la stipsi non dolorosa, la diarrea non dolorosa, il dolore addominale cronico con alvo regolare. Senza dolore non c’è diagnosi di SII. La durata è a favore della diagnosi e tranquillizza. Inizio in tarda età dopo 50 sospetto.
Caratteristiche del dolore:
sede: qualunque quadrante, specie FIS o FID o più quadranti insieme;
riproducibile alla visita o all’endoscopia;
non sveglia i pazienti di notte;
durata più di 2 anni;
inizio in giovane età.
Defecazione disturbata:
Simil-stipsi:
scariche settimanali non meno di 3 (altrimenti sospettare causa organica);
feci dure e caprine;
evacuazione difficoltosa, dolorosa ed incompleta;
oppure
simil-diarrea:
feci molli; scariche non più di 3/die (altrimenti causa infettiva od altro);
volume feci 24/ore normale (o non più di 300 ml);
mai diarrea notturna, non sveglia il paziente.
Oppure: stipsi alternata a diarrea: meglio indagine endoscopica.
Distensione addominale.
Assente al risveglio del mattino;
peggiora durante e dopo pasti;
migliora la notte;
alla visita medica non presente meteorismo;
aree meteoriche presenti alla sede del dolore addominale.
Il meteorismo può essere considerato una forma di ipersensibilità a normali volumi di gas o a contrazioni muscolari intestinali anche normali. Spesso il meteorismo è associato dal Paziente alla ingestione di latte, frutta, verdura e alcolici; e talvolta gli antibiotici intestinali riducono il meteorismo. Talvolta i sintomi migliorano con i “pro-biotici” (fermenti lattici); talvolta peggiorano.
Sintomi intestinali secondari (non necessari o sufficienti alla diagnosi).
- alitosi soggettiva, bruciore in bocca
- sapore sgradevole di amaro e di sangue
- disfagia
- nausea, non vomito
- sazietà precoce, distensione epigastrica
- sintomi dispeptici
- borborigmi
- dolori ano-perineali.
Sintomi e segni extra-intestinali.
Disturbi urinari:
- urgenza
- tenesmo
- nicturia
- svuotamento incompleto o difficoltoso
Disturbi ginecologici:
- mestruazioni dolorose
- rapporti dolorosi (dispareunia).
Disturbi generali:
- cefalea
- sindrome fibromialgica
- stanchezza cronica con sonnolenza
- nodo alla gola
- neurodermatite
- segni di disautonomia
- sintomi di ansia, depressione, ipocondria
Per la definizione di SII: Manning ha proposto per primo una “diagnosi positiva” e non “di esclusione”.
Meccanismi fisiopatologici.
- Anomalie della motilità specie del colon e del tenue
- Anomalie della sensibilità viscerale (iperestesia)
- Disturbi psicologici (depressione, ansia, ipocondria, stress)
- Fattori luminali irritanti: chimici, alimentari
Alterazioni motorie:
- presenti nel colon e nel tenue nel 75% dei casi e solo allo stato di veglia
- fenomeni motori non percepiti nei “normali”, nella SII possono produrre sintomi di gonfiore o dolore
- nella SII sono quantitativamente (esagerate) e non qualitativamente diverse (aspecifiche) rispetto al normale
- nella diarrea sono maggiori le contrazioni propulsive rispetto quelle segmentarie, nella stipsi è il contrario
Alterazioni sensoriali viscerali.
Nella SII la distensione di un palloncino nel retto-colon provoca:
- il dolore caratteristico
- il dolore ad una soglia minore del normale
- il dolore ad una soglia maggiore del normale
- nel 50% dei casi si ha desiderio di defecare a volumi che nel normale non provocano nulla (retto sensibile)
- vi è una ridotta soglia di attivazione dei recettori nocicettivi intestinali (Sistema Nervoso Enterico – SNE)
Alterazioni psicologiche:
sintomi psicologici sono più frequenti in pazienti con SII che richiedono consulenza medica, rispetto a quelli che non la chiedono:
- ansia, depressione; ipocondria;
- malattia come protezione;
- rapporti possibili tra fattori psicologici e SII possono essere: causa- effetto-coincidenza.
Altri fattori:
- avversione psicologica al cibo
- intolleranza chimica e farmacologica a: tiramina, istamina, salicilati, caffeina,
- difetto enzimatico (deficit di lattasi, di G6PD)
- patologie immunologiche: allergia di tipo ritardato (cellulo-mediato)
- altri fattori: acidi biliari, acidi grassi a catena corta e media.
Esempi: reazione chimica da glutammati monosodici (cibi cinesi), da tiramina (formaggi e vino), da istamina (fragole, ostriche).
Diagnosi.
- Presenza di sintomi principali suggestivi
- Esclusione di cause organiche
Diagnosi per sintomi (Manning) (e non di esclusione):
- attenuazione del dolore con la defecazione
- feci più molli all’insorgenza del dolore
- feci più frequenti all’insorgenza del dolore
- distensione addominale
- passaggio di muco
- sensazione di evacuazione incompleta
Esame fisico del Paziente e diagnosi.
- Escludere altre cause dei sintomi
- Esame negativo per altre patologie: ovvero presenti, ma non causa dei sintomi
- Comprendere retto-sigmoidoscopia o colonscopia e visita ginecologica
- Si avverte talora colon palpabile, spastico, dolorabile, meteorico
Ricordare:
- se sintomi dovuti a causa organica = no SII
- malattie organiche possono essere concomitanti a SII
- dopo guarigione da malattie infettive o parassitarie intestinali, sintomi di SII persistono per mesi o anni
Condizioni che simulano SII
- errate abitudini di vita
- intolleranza alle fibre
- intolleranza agli zuccheri (lattosio, fruttosio, sorbitolo)
- effetti collaterali da farmaci (psicofarmaci, lassativi, anti-ipertensivi, anti-Parkinson, diuretici)
- stipsi a lento transito
- ostruzione funzionale alla defecazione (prolasso, rettocele, anismo, perineo discendente)
- malassorbimento dei sali biliari
- malattie organiche dell’apparato gastroenterico (neoplasie, malattia diverticolare, morbo celiaco, morbo di Crohn, RCU (Retto Colite Ulcerativa), parassitosi, calcolosi biliare, sindrome post-colecistectomia)
- altre malattie organiche non gastrointestinali (endocrine, neurologiche, connettivo)
- malattie psichiatriche
Iter diagnostico e terapeutico.
Sufficienti:
- storia clinica + criteri di Manning + lunga durata dei sintomi
- esame fisico + rettosigmoidoscopia (riproduzione del dolore)
- rassicurazione + correzione dieta e stile di vita
- osservazione per 4 settimane
Vanno comunque prescritti:
- Esami di primo livello: emocromo, indici di flogosi, feci per sangue, parassiti e loro uova, batteri. Rx clisma a doppio contrasto, o colonscopia, specie se recente insorgenza dei sintomi, età > 40 anni, familiarità per K-colon;
- Trial terapeutico: se esami nella norma, ma sintomi persistono;
- se diarrea: loperamide, colestiramina, antidepressivi, disodio cromoglicato;
- se stipsi: cisapride (non più in commercio), lassativi osmotici, clisteri, pinaverio bromuro, cimetropio bromuro, poli-eilen-glicoli, prucalopride, linaclotide;
- dolore + gas: dieta povera di fibre, latte e carboidrati (lattosio), anticolinergici, antidepressivi, mebeverina, trimebutina;
- terapie psicologiche solo dopo valutazione specialistica.
NB: solo in minoranza di Pazienti avremo riconoscibile una causa organica.
Esempio: indici infiammatori mossi
- sangue occulto nelle feci positivo e tutti gli altri esami normali;
- queste condizioni sono compatibili con diagnosi di SII dopo opportune indagini.
- studi su motilità e sensibilità (manometria, elettromiografia); barostato è sperimentale: utilizzabile per la ricerca, ma non nella pratica clinica.
Esami di II° livello in presenza di sintomi intrattabili:
- se diarrea predominante: funzione tiroidea, esame feci (coltura e microscopio), grassi fecali/72 ore, EGDScopia con bx, Rx tenue, endoscopia inferiore, Breath Test H2 per l’assorbimento del lattosio;
- se stipsi dominante: funzione tiroide, misura di piombo e porfirine, Rx diretta addome, transito intestinale, manometria anorettale, defecografia;
- se dolore, gas, gonfiore: misura piombo e porfirine, Rx addome, Rx tenue, clisma opaco a doppio contrasto, manometria gastroduodenale, Eco-TAC addome, test di distensione con palloncino.
Trattamento.
Sintomatico.
- SII è sindrome cronica, benigna, idiopatica;
- effetto placebo sino ad 80%;
- farmaci possono avere effetti collaterali;
- buon rapporto medico-paziente è fondamentale;
- insegnare a convivere con sintomi lievi;
- fisioterapia posturale globale, trattamento osteopatico
- trials terapeutici devono essere brevi e mirati ai singoli sintomi disturbanti;
- considerare i tratti nevrotici mediante consulenze specialistiche.
Trattamenti comportamentali.
- Sono trattamenti psicoterapici senza farmaci;
- possono diventare in tale patologia trattamenti di prima scelta;
- biofeedback: rieducazione neuromuscolare intestinale non chirurgica; non richiede farmaci, può essere eseguita anche a domicilio, utilizzabile per stipsi, spasmi dolorosi pelvici, altri sintomi associati. Risposta è del 50-80%; durata variabile; non chiari meccanismi di azione; trattamento ripetibile;
- psicoterapie comportamentali e ipnosi: solo per pazienti motivati con sintomi di ansia e depressione, con sintomi di breve durata, con dolore addominale lieve.
Dolore addominale.
È uno dei sintomi più frequenti.
Ne possono essere causa malattie gastroenterologiche e non: le più frequenti:
- dolore originato dall’addome e da organi addominali: irritazione peritoneo da causa infiammatoria o infettiva o chimica, ostruzione di visceri cavi, alterazioni circolatorie, patologie della parete addominale anteriore o posteriore;
- dolore da cause extra-addominali: torace, colonna vertebrale e strutture nervose annesse, genitali;
- dolore da cause metaboliche: uremia, chetoacidosi, porfiria acuta intermittente, intossicazione da piombo, fattori allergici;
- dolore da cause neurogene: di origine organica, di origine funzionale.
Diagnosi differenziale nel dolore addominale; progressi con endoscopia, ecotomografia, TAC e RMN.
ADDOME ACUTO
Addome acuto= dolore addominale a presentazione rapida, con gravità clinica locale e generalizzata.
Può indicare una peritonite infiammatoria, una perforazione di visceri, una occlusione intestinale; in questi casi la terapia è chirurgica.
I più comuni stimoli algogeni intestinali:
- modificazioni metaboliche di un tessuto (chetoacidosi diabetica);
- irritazione diretta di sostanze chimiche (esempio: succhi gastrici in peritoneo); oppure mediatori secondari (esempio: le citochine) prodotti da ischemia e flogosi;
- tensione del rivestimento esterno dei visceri (esempio: fegato da stasi) specie se acuto;
- tensione della parete dei visceri cavi per distensione da contenuto sotto elevata pressione (esempio: ostruzione, colica biliare) o per contrattura spastica della muscolatura viscerale (esempio: colon irritabile);
- compressione o infiltrazione di strutture nervose;
- stiramento dei mesenteri.
Le vie nervose del dolore sono le fibre nocicettive e sono di 2 tipi:
quelle A-delta, proprie del dolore somatico superficiale (cute, peritoneo parietale anteriore e diaframma) e del dolore somatico profondo (radice mesenterica e parete addominale posteriore)
e quelle C che sono proprie del dolore viscerale.
Le fibre del dolore somatico (A-delta) dei diversi metameri corporei giungono alle corrispondenti radici posteriori del midollo: quelle che interessano l’addome sono comprese tra T6 ed L1, cui si aggiungono C3 e C5 attraverso il nervo frenico per le afferenze di diaframma, glissoniana e legamenti epatici.
Le fibre algogene viscerali (“C”) raggiungono le radici midollari comprese tra T5 ed L2 percorrendo i nervi splancnici ed attraversando i plessi celiaco e mesenterico; la distribuzione metamerica non è più riconoscibile, ma rintracciabile dallo sviluppo embrionale: intestino prossimale (stomaco, duodeno), intermedio (tenue e colon destro) e distale (colon sinistro e retto) corrispondono ad aree addominali: epigastrica, mesogastrica ed ipogastrica.
Le fibre dolorifiche primarie sono più numerose di quelle secondarie a cui sono collegate nel corno midollare posteriore mediante connessioni sinaptiche e da qui risalgono, dopo essersi incrociate, all’ipotalamo ed alla corteccia parietale; da qui deriva il dolore viscero-somatico (o riferito).
Dolore viscerale puro si origina dai visceri endoaddominali per tensione capsulare o distensione dei visceri cavi; è profondo, poco localizzato e non suscita difesa della parete addominale.
Il dolore somatico da stimoli algogeni del peritoneo parietale e del diaframma è intenso e localizzato e suscita difesa con ipertono della parete addominale, corrispondente all’area interessata e Blumberg positivo.
Quando il dolore viscerale è intenso le strutture nervose algogene delle zone somatiche metamericamente corrispondenti vengono coinvolte provocando il dolore viscero-somatico (esempio: dolore alla spalla destra della colica biliare).
Raccolta anamnesi.
È strumento diagnostico insostituibile.
Alcune sedi caratteristiche:
- ipocondrio destro: in genere è dolore da colica epatica per calcolosi colecisti o coledoco o colecistite acuta: prolungato, crescente, irradiato posteriormente ed in alto, con contrattura della parete addominale; epatite acuta o alcolica o da stasi > dolore sordo, continuo, intenso, diffuso a tutto l’ipocondrio; appendicite acuta può dare dolore in questa sede; dilatazione anche marcata del coledoco da ostruzione neoplastica lenta non provoca dolore;
- epigastrio: dolore da patologia peptica. Se perforazione > UD (Ulcera Duodenale) più frequente di UG (Ulcera Gastrica) > improvviso, violento, localizzato; può essere da colica biliare; anche pancreatite > profondo, lancinante, duraturo, irradiato posteriormente a barra o a cintura.
- Ipocondrio sinistro > rottura milza, traumatica o spontanea; ulcera gastrica o colica biliare; dolore continuo, non intenso > patologia funzionale del colon (migliora con evacuazione).
- Mesogastrio: gastroenterite acuta e disturbo funzionali del colon: dolori crampiformi, anche violenti; ostruzione intestinale > dolori molto intensi, a carattere colico, con intervalli liberi, inizialmente senza peritonismo. In questa area anche dolori da disturbi del circolo arterioso splancnico: dolori violenti, talora subdoli e prolungati.
- Fossa iliaca destra e fianco destro: appendicite acuta: dolore sordo, continuo, intenso, ben localizzato, poi peritonismo; ileite terminale di Crohn, ileite tubercolare, infiammazione pelvica; diagnosi differenziale con colica ureterale o pielonefrite: intenso, senza sollievo, esteso a regione lombare ed al fianco con irradiazione ad inguine + esame urine.
- Fossa iliaca sinistra e fianco sinistro: diverticolite acuta > dolore crampiforme, continuo, localizzato con difesa a palpazione addominale + segni generali di infiammazione. Colite ischemica se anziano; colon irritabile, RCU, colite infettiva sono da diagnosticare anche.
- Dolore addominale acuto diffuso: intenso, duraturo, segni di irritazione peritoneale, contrattura generalizzata > peritonite diffusa. Origine = in base ad anamnesi > perforazione di organo, rottura di raccolte ascessuali, necrosi intestinali su base ischemica. Peritonite Batterica Spontanea (PBS) spontanea nel cirrotico > fa eccezione per paucità dei sintomi. Diagnosi differenziale con infezione intestinale acuta o sindrome del colon irritabile con Paziente in condizioni generali buone.
- Ipogastrio: sede di proiezione del dolore in patologia infiammatoria prostatica e vescicale; anche RCU, diverticolite, ostruzione o dolore funzionale del colon; continuo, crampiforme, fino a situazione critica di grande intensità è gravidanza tubarica.
Altre valutazioni sul dolore:
- andamento nel tempo: episodicità e periodicità: esempio colica biliare episodica, dolore pancreatico ricorrente, angina addominale ciclica nella giornata, ulcera duodenale ciclica nelle stagioni;
- rapporto tra dolore ed eventi fisiologici: ulcera duodenale attenuata dal pasto, angina addominale accentuata dal pasto, sollievo dopo defecazione nel dolore colico;
- valutazioni di precedente intervento chirurgico: quadro occlusivo da briglie aderenziali o infiammatorio da corpi estranei abbandonati.
Esame obiettivo.
Deve comprendere una esplorazione rettale e vaginale, specie per dolori della regione ipogastrica. Si deve considerare l’esame generale, la presenza di febbre, disidratazione o altro. Si devono valutare eventuali atteggiamenti antalgici: flessione dell’anca in caso di appendicite o pielite; l’immobilità del peritonitico; la flessione in avanti della colica biliare; la compressione sull’addome che dà sollievo all’acme del dolore colico. Valutare se mancano i movimenti respiratori addominali = irritazione peritoneale; abnorme distensione addominale nella paresi intestinale; valutare i movimenti peristaltici visibili sull’addome delle anse intestinali nella fase iniziale –dinamica- della ostruzione meccanica.
Palpazione: delicata, convergente verso la zona del dolore, attenta a registrare presenza di masse, di modificazione del dolore durante le manovre. Flessione delle gambe può agevolare, detendendo la parete addominale.
Ascoltazione: peristalsi a tonalità molto elevata (ileo dinamico) o silenzio ascoltatorio dell’ileo paralitico. Si possono apprezzare sfregamenti da processi infiammatori (periepatite, infarto splenico).
Diagnostica strumentale.
Rx diretta addome: per sospetta ostruzione (livelli idroaerei in anse distese) e perforazione (aria libera in peritoneo).
Ecografia: non invasiva, informazioni su fegato, vie biliari, pancreas, strutture vascolari, ovaie, anse intestinali, raccolte ascessuali. Meteorismo della pancreatite e dell’ileo paralitico sono ostacolo tecnico alla esecuzione.
TAC o RMN: dettagli su organi addominali, vie biliari, parete posteriore dell’addome, pelvi.
EGDScopia: se dolori epigastrici.
RSCScopia: se sospetta patologia del colon.
Colangio-RMN o CPRE: se dolori di sospetta origine biliare, con possibilità anche terapeutica.
Laboratorio: leucocitosi elevata conferma sospetto di processo infiammatorio acuto o perforazione. Amilasi e lipasi elevate sono indicative di pancreatite, ma anche si accompagnano ad altre patologie biliari.
Laparoscopia – Laparotomia: sono indicate per una definizione diagnostica non altrimenti possibile e per opportuna terapia.
Terapia: dipende dalla diagnosi fatta della causa del dolore addominale. Regole di carattere generale:
- sostegno del circolo e del respiro: fleboclisi di soluzione fisiologica + antibiotici, (se occorrono) + ossigeno;
- evitare analgesici maggiori specie se sospetto diagnostico è addome acuto e si prospettano decisioni da prendere;
- utilizzare solo terapia antispastica, che rimuove dolore da contrattura viscerale e non crea problemi diagnostici differenziali;
- formulare rapidamente le più pratiche e semplici ipotesi diagnostiche e indirizzare in quel senso le ricerche cliniche, laboratoristiche e strumentali.